giovedì 2 luglio 2009

Mozart di Sacha Guitry al Festival dei due Mondi di Spoleto

Non è una commedia e non è un'opera. "Mozart" di Sacha Guitry per la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi, la musica di Reynaldo Hahn e l'orchestra j.
Futura diretta dal m° Jean Luc Tingaud è l'espressione più evidente del teatro boulevard. "Commedia musicale", così la definì l'autore noto per la tagliente ironia. Ironia confermata anche in quest'opera che ebbe molta fortuna all'estero, e per la prima volta, è presentata al Festival dei Due Mondi di Spoleto venerdì (3 luglio) in uno spazio particolare, il San Nicolò, che ne ha condizionato non poco l'allestimento.
La soluzione trovata dal regista è stata quella d'inserire l'Orchestra nello spazio scenico come parte integrante dello spettacolo.
In effetti, si tratta più di una pièce teatrale che di un'opera nel vero senso della parola. Ad avvalorarlo, la scelta di rinunciare alla separazione in tre atti e preferire una soluzione di continuità, la trasposizione della vicenda negli anni '20, epoca in cui visse e lavorò Guitry, le arie, il balletto e i melodrammi, ma soprattutto un cast d'attori-cantanti.
E Mozart? C'è, evocato nella musica che pure è originale e interpretato dal soprano Sophie Haudebourg, una presenza femminile che non capita a sproposito, poiché l'autore affidò, a suo tempo, la parte proprio alla moglie, l'attrice Yvonne Printemps.
L'episodio in questione è il ritorno di Mozart a Parigi. Dopo un felice debutto a soli otto anni, il compositore si esibisce con l'intento di diventare famoso, ma l'accoglienza non sarà di quelle sperate e l'entusiasmo si tramuterà presto in delusione.
"Quando ho visto le poche immagini dello spettacolo originale - confessa il regista - mi sono scoraggiato.
Quelle parrucche e quei vestiti impolverati mi sembrava non rendessero merito all'acutezza e alla contemporaneità di Guitry.
Così ho riflettuto sul contesto ed ho trasposto l'opera nel 1925 ricostruendo il clima parigino tipico dei salon in cui prevale il gusto della conversazione e degli intrighi amorosi.
Ho sfrondato il testo dell'eccessiva verbosità e mi sono ispirato alla marivauxdage.."
Il risultato dovrebbe essere esplosivo. Il nostro Mozart entra vestito di tutto punto, come un uomo del suo tempo, in un'epoca non sua. Arriva lo "spiritello" che rompe l'ordine costituito, conquista i cuori femminili e allontana quelli maschili, seduce la buona società con la rapidità di un fulmine e con altrettanta velocità ne è espulso.
Seduzione e ostilità, sono queste le corde su cui si gioca il conflitto che lo vedrà perdente e gli farà dire:
"Non sono stato accolto bene come un tempo perché la gente non mi trova più così fenomenale…."
Per fortuna, questo non lo si potrà dire dello spettacolo che è una produzione originale del Festival destinata alla circuitazione internazionale.
In lingua originale e con la presenza di trentacinque giovani musicisti di Trento è uno degli eventi di punta, registra già il tutto esaurito e pare destinato al successo.
Lo conferma anche il direttore artistico Giorgio Ferrara, che di produzioni nuove ne ha portate cinque, notando tra l'altro, il ritorno del pubblico italiano attirato dal meglio della produzione artistica internazionale.
Segno evidente che un certo teatro di qualità lo si può vedere solo a Spoleto
Maria Cristina Mancini
Corriere dell'Umbria Mercoledì 1° Luglio 2009

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