sabato 13 aprile 2013

Umbria Jazz Winter da Orvieto a Spoleto?

Bissare il colpaccio della fiction e, dopo Gubbio, far piangere anche Orvieto.
Nella battaglia mai dichiarata, ma sempre guerreggiata tra i territori dell'Umbria, c'è chi sta lavorando in silenzio, ma seguendo un canovaccio ben rodato, per scrivere un nuovo e decisivo capitolo.

Spoleto muove le sue pedine con fare ovattato e punta a portare via da Orvieto il festival del jazz invernale: quella “Umbria Jazz Winter” che da un ventennio costituisce il motivo di vanto di una stagione turistica altrimenti asfittica ed un motore indispensabile per far smuovere il fatturato di alberghi e ristoranti. Dopo le difficoltà economiche incontrate nell'ultima edizione del festival, si è infatti messa in moto una diplomazia spoletina dalla bocca cucita, ma dall'intraprendenza sperimentata che mira ad ospitare nella città del festival dei Due Mondi la creatura musicale di Carlo Pagnotta.

Lo schema non si discosterebbe molto da quello messo in campo per convincere la produzione della fiction “Don Matteo” a lasciare Gubbio per approdare a Spoleto.
In quel caso, era scattata la collaborazione tra il Comune di Spoleto, che ha messo sul tavolo 30 mila euro e gli imprenditori turistici che hanno proposto pacchetti di soggiorno a prezzi scontatissimi. Una proposta analoga è quella che sarebbe pronta per convincere Pagnotta a trasferirsi armi e bagagli a Spoleto.

L'edizione numero venti ha fatto, del resto, emergere varie difficoltà economiche nel reperire i fondi per il budget complessivo che è stato di 764 mila euro contro gli 857 mila dell'anno precedente. L'attività di reperimento degli sponsor è stata particolarmente impegnativa e faticosa. Alla fine sono entrati in cassa quasi 100 mila euro in meno rispetto agli standard degli anni precedenti, anche per le defezioni della Provincia, del consorzio dei vini Trento doc e del Ministero della cultura, che ha tagliato fondi per 35 mila euro.
Tutti segnali assai poco incoraggianti ed in grado di compromettere il quadro generale.
Adesso si tratta di capire quale sia esattamente la partita che stanno giocando imprenditori e istituzioni spoletine. Tutta la vicenda è infatti avvolta dal riserbo impenetrabile che circonda sempre le operazioni importanti e delicate.

Di sicuro, il Comune di Orvieto avrebbe enormi difficoltà a “rilanciare” di fronte ad un concorrente, incrementando i propri sforzi economici. Gli unici che potrebbero difendere Umbria jazz winter sono gli imprenditori orvietani che però, tranne mosche bianche con la cantina Cardeto, si sono sempre ben guardati dal mettere soldi per sostenere la prestigiosa iniziativa di cui il settore turistico, ricettivo e della ristorazione beneficia da sempre.
Un atteggiamento poco propositivo e partecipativo che ora sembra produrre i suoi effetti negativi sul territorio. Basterà il timore di fare la fine di Gubbio, orfana di don Matteo, per far emergere un po' di costruttivo senso di partecipazione? Scommettere sulla risposta affermativa è molto più rischioso che provare ad indovinare il finale di una puntata di Don Matteo. Intanto però la città di Orvieto rischia di perdere un altro pezzo e un'altra buona occasione di promozione del territorio.

La Nazione Sabato 13 Aprile 2013

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