venerdì 11 luglio 2014

Paul Taylor e la sua danza da patrimonio nazionale

Sarà un gradito ritorno, oggi e domani, al Festival dei 2Mondi, la Paul Taylor Dance Company, i cui sedici danzatori propongono al teatro Romano, alle 21,15, cinque titoli, estratti da un repertorio che ne comprende oltre 140.
L'iniziativa è parte del Tour Diamond Anniversary, che celebra i 60 anni dalla fondazione della compagnia e una lunga fecondità d'artista.
Ancora oggi, a 83 anni, quello di Taylor è considerato il volto e la sua arte la corrente principale della danza in Usa.
Il coreografo tra i pochi artisti contemporanei che abbiano creato lavori così "classici" da essere consegnati all'eternità, tanto che per gli americani la sua eredità è un patrimonio nazionale.
Già primo ballerino con Martha Graham, nel suo lavoro Taylor ha assorbito molto del vocabolario di danza della Graham, salvo stabilire un più profondo legame con il ritmo e la fluidità della musica, con una spiccata attenzione per le partiture create fra '700 e '800, delle quali ha trovato affinità risolte in una grande e luminosa leggerezza.
[…] Anche se, in più occasioni, Taylor ha scelto lo scavo e l'indagine psicologica, o un percorso spiccatamente narrativo, talvolta colorato di "nero", più sovente il coreografo ha puntato dritto alla riscoperta della pura bellezza e potenza del movimento, considerato in se stesso.
Come ci dimostra la velocità, mercuriale, appunto, di Mercurie Tidings.

I risultati che ne sono complessivamente scaturiti hanno avuto la forza di una rivelazione, tra gli anni '50 e '60, ed hanno profondamente influenzato altri autori dopo Taylor. Questi devono al suo estro l'innesto nella danza di una gestualità "ordinaria", fatta di camminate, corse, passeggiate, salti, scivolate.
E un ventaglio di movimenti considerati "democratici", alla portata (o quasi) di chiunque; hanno profondamente ampliato la visuale della danza con un apporto di slancio e spontaneità, e l'hanno avvicinata al grande pubblico.
Elementi portanti nella filosofia di Taylor sono ancora la dicotomia tra lo spiccato atletismo del sesso maschile, risolto in "esplosioni" vitalistiche, e la luminosa sensualità delle donne, qui presente in Piazzolla Caldera, immersa nelle volute del tango. Altra dualità, spesso ribadita da Taylor, è tra una concezione primitiva o naturale dell'esistenza e i guasti della civiltà, come è espressa in American Dreamer.
Una visione che collega intimamente il coreuta al Grande Bardo Americano, il poeta Walt Whitman.

Corriere dell'Umbria Venerdì 11 Luglio 2014

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