lunedì 28 luglio 2008

Piano regolatore di Spoleto: Legambiente solleva dubbi

La bocciatura era stata espressa anche in sede di esame della parte strutturale, ora Legambiente torna alla carica sul Prg e presenta una serie di osservazioni alla parte operativa.
L’associazione solleva aspetti che non fanno altro che ribadire un parere negativo allo strumento urbanistico licenziato dal Comune.
“Manca un disegno generale e l'individuazione di un preciso e definito modello di sviluppo coerente con le azioni e i processi di Agenda 21 Locale sottolineano gli ambientalisti - questo è un Prg che non valorizza il territorio, unico per la sua valenza ambientale, storica e culturale, ma al contrario lo omologa e lo snatura in favore di interessi particolaristici”.
L'unico sviluppo chiaro che prevede il Prg, a giudizio di Legambiente, è quello della superficie edificabile che ha trovato un sostanziale accoglimento trasversale da quasi tutte le forze politiche del nostro consiglio comunale.
“Anche se va dato merito alla Provincia – dichiara Simonetta Bandini di Legambiente Spoleto - che almeno in parte è riuscita a contenere la grande abbuffata edificatoria costringendo il Comune di Spoleto a recuperare una parte considerevole di territorio al pregio agricolo, paesaggistico, naturalistico e culturale. Un ridimensionamento di 1.554.963 mq che interessa le zone di San Giacomo, Torregrossa, Santo Chiodo e Capezzano”.
Nelle osservazioni presentate Legambiente Spoleto ha evidenziato come ancora permangono nella parte operativa del piano ampie zone di completamento a nuova edificabilità in aree limitrofe a nuclei storici, ma anche in aree di grande pregio paesaggistico ed ecologico.
“Questo è particolarmente evidente nella zona di San Paolo e via Valadier, nella frazione di Poreta e soprattutto nel'area di Collerisana - si sostiene - con tre vaste aree residenziali di nuova espansione. Anche a San'Antimo di Monteluco, dove ancora sembra insistere l'ipotesi di una incongrua beauty farm in luogo dell'ex Hotel del Matto, si prevede il raddoppio dell'area destinata a impianti turistico-ricettivi: l'amministrazione comunale è bene che tenga conto che Monteluco ricade nella rete Natura 2000 e che in base alla Direttiva Habitat 92/43/CEE è sottoposto a specifiche norme di tutela e valorizzazione.
Pur considerando necessario il recupero di questo patrimonio edilizio storico, occorre però considerare che l'area di Sant'Antimo è già dotata di cospicui volumi edilizi che non necessitano di ulteriori ampliamenti”.
La rappresentante della sezione spoletina dell’associazione ambientalista ricorda inoltre che nella fase di redazione della parte strutturale del Prg le richieste di Legambiente non sono state accolte, mentre tutte quelle che sollecitavano aumenti di edificazione hanno trovato ampio spazio.
“Chissà se l'amministrazione, ma anche tutto il consiglio comunale, vorranno dimostrare un'attenzione maggiore per la salvaguardia dei luoghi – conclude Legambiente Spoleto – abbandonando la logica del mattone”.

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