giovedì 30 dicembre 2010

Il Teatro Lirico rischia la chiusura

Il Teatro sperimentale Belli di Spoleto, unico polo regionale della lirica (il solo "didattico" in Italia insieme all'Aslico di Milano), rischia la chiusura. E 130 lavoratori precari, tra orchestrali, coristi, tecnici e macchinisti, potrebbero presto rimanere senza la loro principale fonte di reddito. Il tutto per i tagli del governo alla cultura e per
"...la mancata reazione della Regione che non può rimanere immobile mentre le scippano una delle eccellenze del territorio."
A lanciare l'allarme, che era stato già ventilato nei mesi scorsi, sono gli stessi lavoratori del teatro, rappresentati dal responsabile del coro, Ivano Granci.
"é assurdo - sostiene - che non si capisca l'importanza del Lirico non solo per la nostra regione, ma per l'intero Paese. Da qui sono usciti alcuni tra i principali cantanti d'Italia, artisti che poi hanno mietuto successi nel mondo. La lirica fa parte del nostro Dna. Dovrebbe essere considerata come il Colosseo o la Torre di Pisa: quale governo consentirebbe mai la distruzione di uno di questi monumenti?."
La situazione è davvero particolarmente grave. Granci spiega perché:
"Siamo già tutti lavoratori precari, ingaggiati a contratto, di volta in volta. Per moltissimi questa è la principale fonte di reddito, che tra l'altro permette anche il versamento dei contributi e l'accesso, per parte dell'anno, alla disoccupazione. Il 2010 è già stato un anno difficilissimo. Il 2011 rischia di essere mortale se ci saranno ulteriori tagli annunciati."
Nei suoi momenti di maggiore attività il Belli, oltre ai concerti collaterali, riusciva a mettere in piedi anche 4 spettacoli l'anno che poi venivano replicati nei maggiori teatri regionali (e non solo). Attività impossibile da portare avanti davanti alla riduzione così drastica dei finanziamenti. E non si pensi di essere davanti ad artisti che guadagnano migliaia e migliaia di euro.
"Quasi mi vergogno a dirlo - continua Granci - ma il nostro corrispettivo giornaliero è di circa 44-45 euro al giorno. Se si considera che spesso non si va oltre i venti giorni lavorativi al mese, il conto è presto fatto."
Un conto il cui risultato è uno stipendio da fame. I lavoratori del teatro provano ad alzare la voce. Lo fanno intanto con una lettera aperta con cui portano a conoscenza della situazione l'opinione pubblica, ma anche con un appello alla presidente della Regione:
"Catiuscia Marini non può restare immobile mentre la sua regione perde uno dei suoi gioielli a causa dei tagli del governo centrale. Deve fare pressioni a Roma ed evitare quello che sarebbe un impoverimento di tutta l'Umbria. Se il Lirico svolge la sua attività fin dal 1947 un motivo deve pur esserci. Stiamo inoltre preparando un appello che invieremo al presidente della Repubblica Napolitano, al premier Berlusconi e al ministro della Cultura, Bondi."
"Il Lirico - si legge nella lettera aperta scritta da Granci a nome dei lavoratori - è una "Formula" di selezione e formazione di giovani cantanti che devono essere avviati alla carriera attraverso un percorso specifico e ormai codificato: concorso di canto, corso di avviamento al debutto e stagione lirica. Io e i miei colleghi rivendichiamo il ruolo assolutamente unico e straordinario che assolve il teatro di Spoleto nel panorama internazionale, nazionale e certo regionale. Internazionale perché negli anni la nostra realtà ha saputo crearsi degli spazi nel panorama mondiale e delle collaborazioni degne di grandi enti lirici. I nostri giovani cantanti sono chiamati più volte all'estero a rappresentare l'Italia in manifestazioni culturali di assoluto rilievo e sempre con grandissimi consensi. Nel panorama nazionale perché da ormai oltre 60 anni seleziona, forma e fa debuttare tantissimi giovani artisti alcuni dei quali sono oggi stelle di prima grandezza del panorama lirico mondiale. Nella nostra regione assolve appieno la sua funzione di unico polo culturale che propone lirica, alla stregua di un teatro stabile che però tale non è, e forse per questo ne paga le conseguenze, unico punto di riferimento per l'intera Umbria degli amanti dell'opera, che sono tantissimi. L'opera dello Sperimentale è meritoria soprattutto verso quei giovani diplomati che intendono intraprendere la carriera di cantante e basta sfogliare gli annali dei vincitori per trovarvi artisti che oggi spopolano nei più grandi teatri del mondo. Ne cito alcuni: Sonia Ganassi, Daniela Barcellona, Bruno De Simone, Roberta Canzian, Marina Comparato, Roberto De Candia, Cinzia Forte, Natale De Carolis, Giuseppe Sabbatini, Gloria Banditelli."
"Inoltre - continua il documento - lo Sperimentale ha sempre creduto nella divulgazione del proprio prodotto anche verso le scuole primarie e secondarie. Sono ormai tantissimi anni che le opere allestite in teatro vengono prima viste dagli studenti di tutte le scuole di Spoleto e dintorni. Noi siamo tutti lavoratori stagionali dello Sperimentale e nessuno di noi si è mai arricchito di questo lavoro, lo facciamo per grandissima passione e gratitudine verso il teatro che è l'unica realtà in Umbria che ci dà l'opportunità di esprimere ciò che per noi è gioia e vita, quella vita scritta in opera e che il Lirico Sperimentale fa rivivere ogni anno sui palcoscenici Umbri."
"Vogliamo perciò scongiurare i nostri cari governanti di rivedere le proprie politiche in merito a questo settore strategico per l'Italia e almeno mantenere al Lirico Sperimentale di Spoleto, per il 2011, gli stessi finanziamenti garantiti per il 2010, già ampiamente insufficienti, che hanno già prodotto drastici ridimensionamenti nella programmazione della Stagione scorsa"
Giuseppe Silvestri
Corriere dell'Umbria Giovedì 30 Dicembre 2010

Nessun commento:

Posta un commento